Continuava a rigirare nella mano la foto con il volto dell’amico. Più la osservava e più vedeva in quegli occhi la profondità del mare. Poi all’improvviso vide se stesso. Erano come due soldati in quella foto, sopravvissuti al campo di battaglia, troppo esausti anche per lamentarsi. Insieme avevano superato lo sbarramento, e come per miracolo stavano ancora respirando la stessa aria che profumava di salsedine. Dovevano continuare. Sì, dovevano!
Tutt’a un tratto si disse che niente e nessuno avrebbero potuto spezzare quell’equilibrio di desideri e passioni che stava crescendo in loro. Né lo scorrere della vita fuori di quella stanza avrebbe potuto in alcun modo indebolire o annullare l’ardore con il quale adesso loro due si stavano amando, aggrovigliati su quel letto che sapeva d’estate, di sole e di mare. Sapeva di tutte le cose più belle del mondo, sapeva di loro.