Quel maledetto giorno di ferragosto

Di mio padre ricordo ben poco, certamente influì in questo il suo temperamento poco incline ai compromessi; però una cosa ho ben presente: il suo sorriso. Di quelli che sanno trasmettere la forza di una persona dalle origini contadine. A volte lo sogno, e mi rivedo davanti la sua bocca larga, il sigaro stretto tra le labbra che lui mordicchiava e risucchiava come la vita.
La cruda verità riguarda la sua morte. Io appena dodicenne, e lui ancora quarantenne. Quel maledetto giorno di ferragosto che ci travolse: la disperazione di mia madre, mia nonna che mi stringeva a sé… E lui, mio padre, senza il suo sorriso; in quel bianco letto d’ospedale, nella penombra delle tapparelle abbassate.

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