La stazione mediopadana

Quando scese dal treno a Reggio venne colto da una inquietudine improvvisa; e la stazione, una cattedrale nel deserto che si stagliava a onde sinusoidali contro l’autostrada, non faceva altro che aumentare l’ansia che gli stava salendo lenta fino a entragli dentro al cervello.
Fra meno di un’ora lo avrebbe incontrato. E si sarebbero finalmente chiariti, di tutto questo tempo trascorso l’uno lontano dall’altro.
Ora però lui si sentiva come quella volta, da bambino, quando il padre volle a tutti i costi metterlo sulla giostra volante, e lui aveva paura ma non voleva piangere e allora strinse i denti, come adesso, scacciando via il dolore lancinante che lo stava divorando dentro.
Si sarebbero incontrati, sì! E finalmente glielo avrebbe detto. Definitivamente, una volta per tutte. Perché questo era ciò che doveva fare. Lo esigeva il loro amore.
E si allontanò verso il parcheggio, lasciandosi alle spalle la stazione mediopadana mentre s’illuminava alle prime luci della sera.

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