La luce del primo pomeriggio

A lui piace sedersi all’ombra di quel vecchio cipresso, soprattutto nelle afose giornate di luglio inoltrato quando la terra scotta e l’acqua è brodo per topi. Ci viene per ricordare, per quello strano e recondito desiderio di ricordare l’altro che ora non ha più. E tutte le volte che si siede su questo loculo di pietra d’ardesia, gira la testa dalla parte opposta chiudendo lentamente le palpebre.
Lui è giovane, e anche bello. Di quei belli che possono piacere sia agli uomini sia alle donne, quelli che hanno dalla loro lo splendore della resurrezione nello sguardo. Lui è tutto, tutto meno il dolore di un ragazzo estraneo. E quando è qui, e con quel fare leggero accarezza la lapide e si specchia negli occhi vitrei di quell’immagine di ceramica, lui capisce e sente allora l’interezza della propria vita abissalmente separata dai grandi accadimenti del vivere e del morire.
Lui è già morto. E risorto. In quegli occhi. Per tutto questo maledetto tempo passato senza l’altro. Il suo stare male al mondo o il suo essere felice, il suo vagabondare, tutto si è svolto e si svolge nella polvere azzerante del palcoscenico della vita. In un teatro vuoto di spettatori paganti.

Proprio una bella scossa

La giornata stava quasi per finire, e fuori iniziava a imbrunire.
La stanza era immersa in quella penombra di passaggio che dava alle cose quella velata parvenza, di magico e irreale, difficilmente avvertibile in altri momenti della giornata. Read More

Frammentazione onirica

Frammentazione onirica

Là quella notte, di traverso sul letto…

Gli capitava spesso di fissarlo a lungo mentre dormiva, accovacciato in quella posizione fetale di traverso sul letto. Completamente nudo, un lembo del lenzuolo gli sfiorava il sesso lasciandolo intravedere nella penombra della notte, illuminato appena dalla luce al neon della strada che filtrava attraverso i fori della tapparella della porta finestra. Read More

Vedo schizzare fuori il sangue nelle provette

Ci sono momenti in questa mia vita sgangherata che rimpiango, e ogni tanto mi ritrovo a fare quello che non vorrei: guardarmi indietro. E allora fingo che non sia così, fingo di distrarmi e se me ne accorgo in tempo riesco persino a interrompermi e a cambiare argomento. Ma quando non riesco, tutto è così dannatamente buio, perso nella nebbia sbiadita di ricordi al limite della messa a fuoco. Read More

Sunday morning

Provo a mettere giù un pensierino un po’ sgangherato in questa domenica mattina; il sole mi riscalda, sono lucertola, me ne convinco sempre più. Stare al sole riesco a stare bene con me stesso, a cuocere a calore indotto e ventilato tutte le mie paranoie avvolte nella carta forno. Sì, certo, ho tremendamente paura di arrostire nella banalità, e mi sforzo per non essere sacrificato a un pranzo domenicale noioso e rarefatto. Per fortuna c’è il sole, ogni tanto nella mia vita dimenticata.