Non riusciranno a clonarmi

Esco che è sera tardi. Appeso all’attaccapanni vicino alla porta di casa, noto il soprabito beige di mio padre. Mi rendo conto di come sia difficile andare d’accordo con uno che indossa un soprabito, e beige oltretutto. Infilo al volo il mio bomber nero, e sbatto la porta.
Mi piace farmi notare, mi piacciono queste uscite un po’ teatrali, anzi tolgo il po’. Scendo le scale di corsa, e intanto mi sono già infilato tra le labbra la “rossa”, ma come sempre mi manca d’accendere. Read More

Già, per inerzia

Se lo era trovato davanti all’improvviso, e fu colto da una specie di smarrimento. Qualcosa che aveva a che fare con quella prima volta. Si ricordava vividamente di quella notte nello spiazzo dietro il booling, come ci si ricorda sempre di una prima scazzottata o del primo bagno nudo in mare di notte. Nel grigiore dell’oscurità l’altro gli aveva fatto un servizietto, di quelli che non puoi dimenticare finché campi. Read More

Il laghetto dell’acero rosso

All’improvviso avvertii una specie di ondata di malinconia, qualcosa di indietro nel tempo. Succedeva spesso, soprattutto nei momenti nei quali sentivo essere più fragile. Qualcosa di simile a un languore che dal fondo dello stomaco saliva su fino in gola, e poi si strozzava lì quasi a soffocare il respiro. Quasi sempre doveva piovere e, infatti, il cielo scuro oltre le siepi segnava l’avvicinarsi di un temporale. Read More

Il prolungamento di me

C’era qualcosa di sorprendente in lui. La sua arroganza, quel modo di porsi in trincea, attaccante e mai terzino, queste cose insieme e la sua sconsideratezza lo rendevano unico e perverso. Amavo il suo modo di prendermi, gli occhi stretti da gatto, il sorriso largo che strangolava. Mi sentivo sparato, volevo essere sparato, solo da lui. Da allora ho iniziato ad odiare le persone che si piangono addosso, seguendo spesso quel suo fiato che odorava di successo mi trascinavo dietro i pensieri carnali che spruzzava nell’aria come un segugio corre dietro al padrone. Read More

Finalmente libera, di respirare

Mentre chiude la porta della stanza alle sue spalle, si sente confusa. O meglio cerca di ricacciare giù quella cosa che sente salire ed esplodere incontenibile in gola. In fondo non riesce a sentirsi in colpa; né lo vuole. Perché, poi? Del resto l’ha sempre desiderato, di farlo. Lei, l’altra, fino alla voglia di fisicizzare la loro amicizia. Read More

Tre minuti all’alba

Non c’era altra via di scampo che quella di credergli, dargli credito sulla parola.
– Cos’è che non va? – chiese in modo chiaro, guardandolo dritto negli occhi attraverso il fumo della sigaretta.
All’altro, un ragazzo dai capelli arruffati e dalle labbra rosso amaranto, che gli stava di fronte seduto sul divano, senza volerlo gli tornarono in mente scene che aveva vissuto con l’uomo che aveva tanto desiderato; qualcosa che aveva a che fare con il suo aspetto, con la voglia di farci sesso, con quel suo pudico senso innato di dire e non dire le cose… Read More

Metafora fra la Via Emilia e il West

Appena sceso dal treno alla stazione Mediopadana, mi era venuto in mente che a Reggio non sarei potuto passare inosservato e trascorrere una piacevole settimana per i cazzi miei. Avevo in tasca la sua carta di credito, e questo mi rendeva felice per certi versi. Casomai avrei potuto benissimo andarmene in quell’alberghetto appena in fondo alla Via Emilia senza problemi, o nell’altro nella piazzetta dietro ai Teatri, e passare un mucchio di tempo a fare shopping  o starmene in camera a scrivere, a leggere, a cazzeggiare. Read More

Anche in questo capodanno

Quando decido che sarei rimasto qui a dormire fuori inizia a piovere. E penso che nei momenti importanti della mia vita inizia sempre a piovere. Lo prendo dunque come un augurio, o qualcosa del genere, e incrocio l’indice e il medio. Read More

Lettura e Scrittura

Lettura e Scrittura sono le mie amanti, dolce e tenere amanti; crudeli al momento giusto, bastarde a volte fino a farmi odiare di averle incontrate. La mia vita sarebbe vuota senza loro, senza l’insinuante e sottile desiderio di possederle entrambe, di mortificarle a volte, e poi riappacificarmi con quella spossatezza che prende solo dopo averci fatto l’amore. Read More

Doveva andare a casa, e alla svelta

Quando lui varcò la porta, tutto gli sembrò un sogno. Del resto, si disse, non poteva essere stato che questo: un incubo! Eppure quello strano senso di spossatezza che adesso lo avvolgeva salendogli lentamente su per le gambe come un animale fastidioso che si impossessava del suo corpo, beh non poteva ignorarlo. Read More