In viaggio verso la casa

Qualche mese dopo Sandro rientra stancamente al suo residence nel centro di Milano. Sono le nove di sera. È visibilmente affaticato.
Oltre i finestroni del pianerottolo scorge una serie di lampi che annunciano un temporale. Il cielo è ancora più scuro.
Si dice che le notti diventano così nere prima di un terremoto, pensa di colpo vedendosi riflesso nell’ampia vetrata.
Tutto a un tratto si vede invecchiato; e con sgomento, in flagrante delicto con se stesso, nota che il suo sguardo da gatto sornione non è più quello di una volta. Indietreggia, e si trova immobilizzato contro la ringhiera in ferro battuto della rampa di scale.
Gli viene voglia di telefonare a Giacomo: ha una contrazione del labbro.
Già… Giacomo.

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Un Attimo Figurato

Un attimo figurato, Marniko, copertina ebook romanzo

Quella sera Roy prende la moto e la lancia lungo le piccole e dritte strade deserte della provincia. E si sente forte, si sente nel giusto. Nell’aria c’è il profumo dell’autunno e la nebbia che sale dalla terra in procinto di addormentarsi.
Alla fine arriva in quel casolare di campagna mezzo diroccato.
Lascia la moto in fondo al viottolo sterrato. Nessuna luce, buio, la nebbia così fitta che adesso si taglia con il coltello.
Merda, pensa. Cazzo di posto è?
Poi vede due macchine e altre moto.
Si apre una porta, nel buio una voce dice di andare avanti e di entrare.

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La luce del primo pomeriggio

la luce del primo pomeriggio

Già, per inerzia

Se lo era trovato davanti all’improvviso, e fu colto da una specie di smarrimento. Qualcosa che aveva a che fare con quella prima volta. Si ricordava vividamente di quella notte nello spiazzo dietro il booling, come ci si ricorda sempre di una prima scazzottata o del primo bagno nudo in mare di notte. Nel grigiore dell’oscurità l’altro gli aveva fatto un servizietto, di quelli che non puoi dimenticare finché campi. Read More

Il Natale del 2006

Ricordo il 24 dicembre del 2006. Niente è più triste di una vigilia di domenica, pensai. Il mio cane dormiva profondamente, accovacciato vicino a me. Il plaid squamava giù in fondo al divano. E come in una sorte di apparente premonizione, sembravo rimanere in attesa di quello che di lì a poco sarebbe successo.
All’improvviso il cellulare emise lo squillo di un messaggio. Lo avvertii appena, però diedi un sussulto. Read More

Là quella volta con la finestra aperta sulla notte calda

Lui era in piedi, nudo come un verme. Mi fissava con quello sguardo cui era impossibile sfuggire. L’avevo conosciuto qualche ora prima a una festa, in casa di amici. E adesso stavo per andarci a letto. Era più forte di me, ma in quel periodo accadeva sempre più spesso. Non di finire a letto con il primo che incontravo, di innamorarmi di sguardi come quello. Read More

E-mail de profundis

Fiction reale o reale finzione, questo racconto breve che ha origine da una mia recente rilettura di ‘De Profundis’ – Oscar Wilde mi perdoni – pretende e concede un atto d’amore assoluto, formulato come un addio senza ritorno. Il virgolettato è liberamente tratto dal ‘De Profundis’, e da me tradotto. Read More

Metafora (5)

Quando Tano aprì la porta della stanza lo vide subito. Aveva il corpo affondato nella poltrona, le gambe protese in avanti, le braccia abbandonate lungo i braccioli. A vederlo così, e con il capo reclinato, poteva sembrare morto a chiunque. Teneva stranamente una cicca spenta ancora tra le labbra semiaperte. Read More

Il mistero della boschina

[A mio nonno Angelo]

“Muore lento, quest’uomo, muore lento come se volesse gustarsela, sgranarla sotto le dita l’ultima vita che ha.” (da Oceano mare, A. Baricco)

A mio nonno Angelo, il padre di mio padre, piaceva stare davanti al fiume, in quel tratto di Po. Sentirlo scorrere nella sua lentezza estiva e annusare i profumi della boschina, quella nicchia di terra riparata del fiume e avvolta nel mistero.
Il fatto era che ormai mio nonno non ci vedeva un granché. Forse per l’età. Forse perché non aveva mai voluto farsi operare di cataratta che, prima all’occhio sinistro poi a quello destro, progressivamente gli aveva opacizzato quasi completamente il cristallino.
«Questa è la riva del fiume, il grande fiume» mi disse un pomeriggio. «È il luogo che ci fa esistere.» Read More