La luce d’autunno dà un sapore biscottato al giardino fuori della vetrata. E il giallo delle pareti sembra far scricchiolare in una carta stagnola luccicante le poche cose ancora in vista qua e là nella stanza. Intanto dalle palpebre di Manuel scivola lentamente un letargo atavico, mentre il grammofono gracchia un vecchio tango argentino. Ormai tutto è finito. E lo sparo improvviso darà il via a un’altra gara.