Urge la vita! [Accessori e Acero]

Cominciavo a sentire fame all’ombra dell’acero rosso. Era passato mezzogiorno, e la vista del movimento della città oltre lo spiazzo bruciato dal sole non faceva altro che aumentare il mio dolore. Un pianto soffuso fu la risposta. La nostra esistenza è piena di accessori inutili, come i tanti brandelli di carne che sentivo staccarsi dal mio corpo. E pensai, basta, urge la vita!

Raccontami della trottola [Bastioni e Precessioni]

C’è tempo per ogni cosa, e ogni cosa ha bisogno del suo tempo. Il riverbero del sole che si specchia nel mare, il rompersi delle onde contro i bastioni della scogliera. E poi, tu. Il colore dei tuoi occhi che fanno invidia al cielo blu e mite, le palme del lungomare, il chiarore notturno di Cannes. Quando ti ho con me, mi sento come sotto l’effetto di precessioni continue torque-free. Fermami ogni tanto!

Il nostro fiorire insieme [Frastornato e Moltitudine]

A volte mi piace farti rimanere frastornato, perché fa capire alla moltitudine delle persone quanto tu sia importante per me; e quanto la nostra vita, quello che proviamo, il nostro stare insieme sia superiore ai pettegolezzi e alla invidia. Quegli altri, che ci temono solo per la forza del nostro desiderarci, degli sguardi, della complicità; e poi della nostra pelle d’oca quando ci svegliamo sfiorandoci le labbra.

Capisco [Perbacco e Visionario]

«Essere visionario a volte non mi fa stare bene, aumenta il mio malessere; quella cosa sottile e insidiosa mi prende all’improvviso e per giorni e giorni si impossessa del mio corpo e della mia anima, e tutto si aggroviglia in un non-senso.»
Mi guarda un attimo, non sa se ridere o prendermi sul serio, lo intuisco dallo sguardo.
Poi sbotta: «Perbacco!»
E mi stampa in faccia quel suo sorriso trattenuto sulle labbra.

Il sacchetto dell’umido [Cammino e Biodegradabile]

“Il nostro cammino si divide qui” disse abbassando lo sguardo. Certo lui non aveva nulla da insegnarmi, anzi. Però aveva due occhi che sapevano prendermi l’anima, e io mi lasciai distruggere dal ritmo del suo tempo inesorabile; battito dopo battito, giorno dopo giorno. Come vorrei avere anch’io un cuore biodegradabile, come il sacchetto pieno di avanzi che sto gettando nel cassonetto dell’umido.

Sotto le stelle [Griglia e Improvvisazione]

Mi sento sulla griglia di partenza, tra ragazzi che somigliano a cavalli pronti allo sparo. Fa un caldo afoso, in questo locale sotto le stelle in riva al mare. Mi si avvicina uno, è il mio tipo. Lo lascio fare. Fa un cenno con la testa, lo seguo in dark, e iniziamo la danza. Mi piace, gli piaccio, è un film visto e rivisto, e tutto avviene come il solito copione. Me lo mastico, ci mastichiamo, finché dopo un po’ ci sputiamo. E tutto finisce lì, nell’improvvisazione di un’altra notte scontata.

Quella sera in Valpadana [Filari e Ducato]

Era un’estate afosa, tipica della Pianura Padana. Aggrovigliati dentro al Ducato, tra i filari di pioppi che ci dividevano dal fiume, avevamo l’impressione che la notte fosse solo nostra. E lui mi ha preso con tutto il suo vigore; e in quell’attimo di massimo smarrimento, in cui la mente è separata dal corpo, e tu tendi solo a raggiungere l’apice… ecco, in quell’attimo preciso ho capito che mentiva.

E se fossi davvero uno scrittore? [Palmo e Riunione]

Teneva la mia vita nel palmo della mano chiusa a pugno, e Dio sa quante volte avrei voluto fuggire da quella morsa. Per una grande parte degli anni della mia formazione non sono stato neppure lontanamente sfiorato dall’idea che la scrittura sarebbe stata la mia liberazione. Anche adesso, dopo tutto questo tempo, in questa noiosa riunione, non so rispondermi. Ma, prima o poi, riuscirò a trovare una risposta.

Provo a morire ogni giorno [Mandorla e Astore]

“Anche i demoni rendono perfetti”, e questa cosa me la dice sorridendomi con i suoi occhi a mandorla. Lo guardo per un istante, che mi sembra una eternità. E nel vederlo lì per lì muoversi nella stanza con quella eleganza  ampia e flessuosa da assomigliare a un astore maschio, capisco che la vita non si può controllare; chi vive in preda a pensieri di morte in genere è una persona che vuole controllare tutto, sé e gli altri. E mi dico non serve cercare di sfuggirle; occorre incontrare la dimensione dell’abbandono.

Accadde all’improvviso [Angolo e Sguardo]

Svoltai l’angolo, e lo vidi. Il suo sguardo nel mio. Un attimo, poi niente più. Eppure quegli occhi che mi ricordavano il mare, la brezza estiva di una notte forata di stelle, li penserò per molto tempo. E ritorneranno, oh sì se ritorneranno!, a cullare le mie lunghe, insipide notti di solitudine in Val Padana. Allora mi sono detto: “La libertà e la bellezza sono troppo importanti per lasciarsele sfuggire”.