Il fatto è che io… mi sto innamorando

– E così l’hai fatto – gli dice semplicemente.
– Fatto cosa?
– Dài, m’hai capito… con lui, l’altra sera.
– Chissà perché tutti s’interessano ai cazzi miei – dice. E si accende una sigaretta quasi subito.
– Allora l’hai fatto o no? – replica schiarendosi la voce. Read More

La luce del primo pomeriggio

A lui piace sedersi all’ombra di quel vecchio cipresso, soprattutto nelle afose giornate di luglio inoltrato quando la terra scotta e l’acqua è brodo per topi. Ci viene per ricordare, per quello strano e recondito desiderio di ricordare l’altro che ora non ha più. Read More

Proprio una bella scossa

La giornata stava quasi per finire, e fuori iniziava a imbrunire.
La stanza era immersa in quella penombra di passaggio che dava alle cose quella velata parvenza, di magico e irreale, difficilmente avvertibile in altri momenti della giornata. Read More

Frammentazione onirica

Questa notte ho fatto un sogno – o forse mi è sembrato. Un deserto sfocato influenzato da una luce fluata di azzurro, e in lontananza colori che svolazzano, di un azzurro ancora più intenso.

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Il primo amore?

Il primo amore? Oddio, non sono certo nello spirito giusto – se mai lo sarò! – di ricordarlo. Dopo dei lui ce ne sono stati tanti, però, e tutti diversi, e tutti con una particolarità che li distingueva.

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Doveva andare a casa, e alla svelta

Quando lui varcò la porta, tutto gli sembrò un sogno. Del resto, si disse, non poteva essere stato che questo: un incubo!

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La luce del primo pomeriggio

A lui piace sedersi all’ombra di quel vecchio cipresso, soprattutto nelle afose giornate di luglio inoltrato, quando la terra scotta e l’acqua è brodo per topi.

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Quella volta là con la nebbia fuori

Ci sono momenti che mi prende un nodo alla gola soffocante. In quei momenti tutto è sbagliato, mi sento come una persona allo stato terminale, intubato, nel gelo di un letto d’ospedale.

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L’urlo

C’era qualcosa che non andava. Qualcosa di profondo. Una specie di urlo ricorrente che da dentro, da un punto nascosto dell’anima, a volte usciva strisciando lungo l’intestino per fermarsi in gola.
Un gesto sbagliato, un sorriso di troppo, parole dette e non comprese, uno sguardo imperfetto… E ogni volta quell’urlo si strozzava lì.
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L’agnello che salverà il mondo

Siccome ha smesso di piovere decido di uscire. Non ho soldi per andare nella birreria sulla strada dietro l’angolo; facendo due conti, con quello che avevo in tasca l’altro giorno dovrei resistere due mesi tra l’affitto, i pasti e lo stretto necessario. Cammino in lungo e in largo finché non ne posso più. Il quartiere è quasi deserto, se non per poche auto sullo sfondo, mi chiedo dove siano spariti tutti quanti. Read More