Mia nonna Pina [Donne e Zolla]

Era una donna di quelle d’una volta, come era solito dire mio padre di sua madre. Quelle donne contadine che amavano il profumo della terra appena arata, negli autunni dalle nostre parti offuscati dalla nebbia. Ho una foto in bianco e nero che me la ricorda, una vecchia foto di mio padre con lei: lui sul trattore e mia nonna Pina, appena spostata un po’ di lato, e dietro il vapore della zolla sollevata dall’aratro. Sembra di sentirne l’odore.

Metafora d’autunno in un giorno di sole [Autunno e Giallo]

La luce d’autunno dà un sapore biscottato al giardino fuori della vetrata. E il giallo delle pareti sembra far scricchiolare in una carta stagnola luccicante le poche cose ancora in vista qua e là nella stanza. Intanto dalle palpebre di Manuel scivola lentamente un letargo atavico, mentre il grammofono gracchia un vecchio tango argentino. Ormai tutto è finito. E lo sparo improvviso darà il via a un’altra gara.

Rien ne va plus [Omega e Gioco]

Omega è l’ultima lettera dell’alfabeto greco. In matematica indica il primo numero ordinale infinito; in fisica indica la velocità angolare; in astronomia indica i parametri orbitali di longitudine; in fisica può indicare una particella. In dialetto bellunese designa uno stato di nausea e vomito. Ecco, quest’ultimo è il significato che mi si addice in questo momento. E il gioco è fatto. Rien ne va plus.

Na-tana [Vischio – Porcospino]

Non mi piacciono le festività, tantomeno il Natale. Fa niente se mi guardi con quei due occhioni, splendenti come perle. Né m’interessa sapere se la leggenda vuole il vischio essere nato dalle lacrime di un vecchio mercante pentitosi di non aver mai capito cosa si nascondesse dietro alle persone. Ma chiamami pure porcospino. Però, tranquillo: non lancio aculei. E la mia tana è pronta ad accoglierti.